I girasoli di Van Gogh, una serie di opere che il celebre pittore olandese dipinse a fine 800 che apprezzo particolarmente, per via della luminosità e della gioia che vi intravvedo, sensazioni che cozzano contro l’immagine che il pittore lasciò di sé in vita.
Van Gogh, assieme a Cézanne e Gauguin, fu un uomo “disperatamente solo, che lavorava con poca speranza di essere compreso”; (La storia dell’arte – Gombrich pagina 425). Fu un uomo tormentato col quale ho sentito, sin dal giorno della mia scoperta della sua opera, una certa affinità; la sua tensione religiosa, il bisogno di seguire la propria strada, a prescindere dal giudizio altrui. L’amore per l’arte. L’onestà. La solitudine esistenziale.
Un artista del quale ho la presunzione di comprendere la frustrazione del sentirsi inascoltato in un mondo che non gradisce il pensiero diverso o le abitudini che si scostino troppo dall’usuale.
Van Gogh dipinse, dunque, una serie di opere incentrate sui girasoli. Oggi due imbecilli hanno deciso di imbrattare quella esposta al National Gallery di Londra, ”contro” i passi indietro nella politica climatica del governo inglese. Ora; quale sia il nesso tra le ”idee” di queste due invasate e il quadro di Van Gogh, davvero, non riesco a comprenderlo. Quello che so è che un’opera centenaria è stata danneggiata per la stupidità di due ragazzine.
Perché vandalizzare il lavoro di un’altra persona, che con la motivazione dietro quell’atto non c’entra nulla?
Perché arrogarsi il diritto di distruggere la Bellezza solo per delle personali idee?
Egocentrismo
L’egocentrismo è uno dei più grandi mali che l’essere umano alberghi dentro sé. Egli si crede nel giusto, si reputa intelligente e capace di una visione d’insieme unica, pensa di avere le chiavi per accedere ad un futuro di prosperità e decide di fare qualsiasi cosa pur di far diventare realtà quella che è solo un’opinione.
In sostanza, scambia un’opinione per una verità incontrovertibile. Ecco l’egocentrismo.
Sono solo queste due poverette a soffrire di questo male? Io credo di no; al world economic forum, ad esempio, si sono assunti il compito di modificare dalle fondamenta la civiltà umana, attraverso la digitalizzazione, il cosiddetto green, la sinergia tra uomo e macchina ed un controllo totalitario capace di far invidia alle opere di Huxley, Orwell e Bradbury. Il tutto per un’idea di mondo del tutto opinabile, ma che viene spacciata per essere l’unica via possibile per la rinascita del mondo.
Ma non solo; qualcuno ha deciso che l’Europa debba deindustrializzarsi e regredire di qualche secolo, sabotando ogni possibilità di accesso ad qualsiasi fonte energetica che non provenga da oltre oceano, distruggendone lo stato sociale, la sanità, il lavoro. Tutto. Questo qualcuno lo ha deciso perché pensa che questa sia la strada migliore per un qualche obiettivo che, onestamente, io ignoro. E cosa cambia tra questo atto e quello delle due di cui sopra? A mio avviso nulla, se non il grado di importanza dei due avvenimenti. La vita di milioni di persone mi preme di più rispetto ad un’opera artistica, per quanto io possa esserne innamorato.
E adesso?
L’opera verrà restaurata, sperando che non abbia subito danni ingenti. L’Europa? Questo non lo so.
Ma so che ogni avvenimento, persino il più (apparentemente) negativo, porta con sé un insegnamento, un’opportunità, la possibilità di una visione nuova.
A mi avviso abbiamo vissuto, negli ultimi 50 anni, una vita insostenibile per il pianeta. Cancellato Dio dall’esistenza, il suo posto è stato preso dal consumismo, sia esso di oggetti, opinioni, immagini o qualsiasi altra cosa.
Il consumo è, oggi, la stella polare dell’esistenza di troppe persone nel mondo, mentre una buona parte dei restanti patisce fame e miseria, solo per sostenere il peso della produzione delle materie prime e, quindi, delle merci che arriveranno, poi, in occidente.
Immagino che tu abbia fatto almeno un trasloco, in vita tua; ecco, pensa a quanti oggetti hai buttato, mentre riempivi le scatole. Erano molti, vero?
Ma anche per le opinioni funziona alla stessa maniera; ne accumuliamo centinaia, migliaia, salvo poi eliminarle non appena ci rendiamo conto della loro inutilità. Solo che, in questo caso, quelle opinioni sono in grado di fare molti danni alla nostra capacità di pensare e di scegliere autonomamente. Basti pensare agli ultimi due anni e alla quantità di opinioni discordanti di cui ci siamo riempiti, salvo scoprirne recentemente l’inconsistenza, se non, addirittura, la falsità.
Gli avvenimenti di questo periodo possono rappresentare un’opportunità per ripensare la vita che stiamo vivendo, rimettendo al centro l’Amore e l’umana capacità di pensare in autonomia e di creare Bellezza.
Così, ricolmi di Bellezza, potremo riaprire la porta attraverso cui essere raggiunti dal divino e sentirci, di nuovo, a casa.
FP