(Consiglio non richiesto di lettura con l’atmosfera di Under Stars di Brian Eno: qui su Spotify e qui su YouTube)
Buon anno. Ci risiamo. E’ il primo gennaio.
Anno 1967 dopo Cristo.
Secolo Ventesimo. Era atomica.
A quanto pare, d’anno in anno
i Felici Pochi diventano sempre più pochi
e sempre più infelici.
E si capisce:
gli Infelici Molti sono troppo affaccendati
a fabbricare trafficare istituire organizzare classificare propagandare
la loro enorme indispensabile felicità
per darsi pena dell’infelicità superflua
minoritaria
dei Felici Pochi.
Però si può sempre notare
il solito inquietante fenomeno plurisecolare:
in realtà, chissà perché,
l’infelicità dei Felici Pochi è
più felice assai che non la felicità
degli Infelici Molti!
La felicità degli Infelici Molti
non è allegra! non è mai allegra!
Per quanto ci si diano da fare,
gli Infelici Molti ci si devono rassegnare:
LA LORO FELICITÀ È TETERRIMA! questo è regolare!
e l’infelicità dei Felici Pochi
invece è allegra! ALLEGRA!
Dovunque, in ogni caso è allegra: nell’Artide, o nei Conghi, o foss’anche fra le Orchesse e fra i Cannibali
è allegra!
E come si spiega? Mah! La vita è un rebus! non c’è rimedio!
Gli Infelici Molti ci si possono addannare
uniti con rinnovato impegno a lottare
contro questa rogna paradossale
impiegando tutta la loro energia morale
industriale nucleare ecc. per combinare
creazioni originalissime d’infelicità
contro i Felici Pochi!
Macché! macché! Non ce la fanno! Se ne devono capacitare
che a conti fatti gli resta sempre da ingollare questo rospo:
l’infelicità dei
Felici Pochi
è
allegra! ALLEGRA!
AL-LE-GRA!
Nei ghetti
negli harlem
in Siberia
nel Texas
a Buchenwald
in galera
sulla forca sulla sedia elettrica
nel suicidio.
Assolutamente irrimediabilmente
definitivamente
ALLEGRA!
Le sue urla sono allegre
il suo delirio è allegro
il suo sangue è allegro
le sue puzze odorano di ginestra e gelsomino fresco
e invece i profumi degli Infelici Molti odorano di muffa e orina secca.
Ve lo ripetiamo: Infelici Molti, rassegnatevi.
Rassegnatevi
o Infelici Molti, perché tanto è inutile.
Non c’è niente da fare
Nien-te-da-fa-re!
La vostra felicità è triste da asfissiare
e invece l’infelicità
dei Felici Pochi
evviva
quanto respira allegra!
Possibile che dopo centinaia di migliaia di milioni di disastri
questa commedia fallita si deve ancora replicare?!
Ahò Infelici Molti! Oramai dovreste capire la solfa: non vi resta che abbozzare!
Per quanto vi intignate a sfruculiare
arrabbattarvi decretare ordinare condannare ammazzare,
il risultato è sempre uguale. Non c’è niente da fare!
NIEN-TE-DA-FA-RE!
ELSA MORANTE – estratto da La canzone degli F.P. e degli I.M. in tre parti.
EINAUDI – ET SCRITTORI